venerdì 31 agosto 2007

velleità

Quando ero una ragazzina ogni tanto avrei voluto partire, salutare tutti e andarmene da sola altrove per un po'. Per questa evasione la mia fantasia viaggiava fino ad un altra città d'Italia, magari una città più grande della mia tipo Milano o Bologna o Firenze o al massimo Roma.
Anche adesso che sono cresciuta quando sono stufa sento un impulso irrefrenabile di cambiare aria ma ora la mia fantasia esce dall'Italia e vola sino in Francia o Danimarca o Norvegia. Credo di avere una fantasia con visioni ottimistiche perché supera decisamente grandi ostacoli come possono essere la lingua, le abitudini, la lontananza, rendendo possibile un’evasione senza dubbio non facile.
La domanda nasce spontanea ma se arrivo alla terza età la mia fantasia cambierà solo continente o mirerà Marte?
velleità è un sostantivo femminile che significa:
desiderio ambizioso ma inconcludente; aspirazione irrealizzabile, troppo superiore alle effettive capacità personali: velleità giovanili; avere velleità artistiche, letterarie.

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martedì 28 agosto 2007

poietico

oooohhhh finalmente le vacanze sono finite ed io e chechina possiamo riprendere la nostra attività poietica.
il programma è presto fatto: da ancor prima delle vacanze la decisione è stata presa tutto sta a farla andar bene ai mariti che si vedranno impegnati coi figli almeno ... diciamo tre volte al mese perchè sono una persona ottimista, poi sarà un miracolo se andremo due volte al mese, finiremo con una volta al mese ma carica di grande soddisfazione!
poietico è un aggettivo che significa:
che attiene alla poiesi.
poiesi è un sostantivo femminile che significa:
la facoltà creativa dell'uomo e il momento in cui essa si realizza, soprattutto nell'attività artistica.

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lunedì 27 agosto 2007

astenia

- perché mi guardi così?
- io? ti sto guardando? ma senti questa … non ti ho nemmeno calcolato!
- sei la coscienza più insopportabile del pianeta: mai una parola carina, una frasettina dolce o un po' d'incoraggiamento!
- ma pensa un po’ cosa mi toccherebbe fare ... son stanca ho un sacco di cose da sopportare!
- va bé ... ma allora fatti in là e non stare lì a fissarmi! mi è toccata l'unica coscienza al mondo con l'astenia!
astenia è un sostantivo femminile che in medicina significa:
debolezza generale dell'organismo.

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venerdì 24 agosto 2007

scellerato o sciagurato o debosciato

pensaci bene prima di offendere!
scellerato vuol dire:
1) malvagio, che rivela grande malvagità; iniquo, nefando: un uomo scellerato; parole, azioni scellerate;
2) persona di grande malvagità.
sciagurato indica chi è:
3) colpito da sciagura; sventurato, disgraziato: una famiglia sciagurata; che è causa di sciagura, che comporta sciagure; malaugurato: una sciagurata coincidenza; un giorno sciagurato; chi ha avuto la sciagurata idea di venire in questo ristorante?
4) malvagio, empio, scellerato: un padre sciagurato.
debosciato indica:
5) chi è dissoluto: vita debosciata; non voglio vederti in compagnia di quel debosciato.
6) depravato.

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giovedì 23 agosto 2007

paronomasia

oggi gioco con le parole in un modo ancora diverso:
vallo, vello e villo sono una paronomasia!
paronomasia è un sostantivo femminile che significa:
figura retorica che consiste nell'accostare parole di suono uguale o assai simile, ma di significato differente; paronomasia è: il troppo stroppia.
vello è un sostantivo maschile che significa:
la massa di pelo dell'animale da lana; la pelle intera di tale animale: vello di pecora.
vallo è un sostantivo maschile che significa:
1) palizzata, recinto difensivo costruito intorno all'accampamento romano; insieme di opere di difesa fortificate, specie in forma di cinta muraria;
2) tipo di cesto o cestello usato dagli agricoltori.
villo è un sostantivo maschile che significa:
3) [anatomia] ciascuna delle piccole sporgenze di forma cilindrica presenti nella mucosa dell'intestino tenue, attraverso le quali avviene l'assorbimento del chilo;
4) [botanica] ciascuno dei piccoli peli lunghi, sottili e molli di alcune piante;
5) [raramente] pelo.

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martedì 21 agosto 2007

imparaticcio

Lo sapevate che il pezzo di stoffa sul quale si ricama per apprendimento e per fare pratica, dove si riportano tutti i punti nuovi imparati ed un tempo addirittura si ci ricamava tutto l’alfabeto spesso sia in minuscolo che in maiuscolo per ore ed ore, viene detto imparaticcio?
Lo so che non lo sapevate e so anche che il vostro interesse è pressoché nullo ma siccome ne sto facendo uno con impegno, dedizione, attenzione, calma e soddisfazione quando per caso ho trovato il suo vero significato sul dizionario mi è preso un coccolone!
imparaticcio è un sostantivo maschile che significa:
1) apprendimento frettoloso e stentato: un discorso che sa d'imparaticcio;
2) in origine, facile lavoro sul quale imparare le tecniche di base della maglia e del ricamo; più in generale, lavoro eseguito da un principiante a scopo di apprendimento.

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domenica 19 agosto 2007

lepidezza

stuzzicata dal dubbio di Rosangela, per giocare con le parole, e scoprire il loro sesso o meglio, il perché la parola nipote vale sia per il maschio che per la femmina? per chi come me ne è curioso e divertito, scopre su manuscritto.it che appartiene ai nomi di genere comune, vale a dire sia maschile sia femminile; insieme ad altri come il preside e la preside, il cantante e la cantante, lo studente e la studente, il vigile e la vigile (da evitare, in proposito, “vigilessa”: non c’è alcun motivo orto-linguistico-grammaticale che giustifichi tale ‘femminilizzazione’, anche se comunemente in uso);
e per lepidezza aggiungo:
alcune volte nei nomi di cosa, non vi è alcun legame tra la versione maschile e quella femminile: il porto e la porta, il buco e la buca, il cassetto e la cassetta, il baleno e la balena, il panno e la panna, il caso e la casa;
altre volte ancora nei nomi di persona il maschile e femminile si distinguono solo nelle forme plurali: il turista, la turista; ma i turisti, le turiste.
lepidezza è un sostantivo femminile che significa:
1) l'essere lepido;
2) facezia.
lepido è un aggettivo che significa:
arguto, spiritoso: risposta lepida.
facezia è un sostantivo femminile che significa:
1) detto spiritoso, arguzia;
2) breve racconto centrato su un motto di spirito.

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sabato 4 agosto 2007

accomiatare

lo sapevo che avevo dimenticato qualcosa: devo ringraziare Merlinox e lo faccio propagandando il suo prossimo contest.
ora però mi accomiato: parto ma tornerò ... circa ... forse ... probabilmente ... fra 15 giorni.
accomiatare è un verbo transitivo che vuol dire:
dare commiato, licenziare, congedare;
accomiatarsi è un verbo riflessivo che vuol dire:
prendere commiato, congedarsi da qualcuno.

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venerdì 3 agosto 2007

dormeuse

- hai preso tutto?
- si, fatto!
- sei stata veloce, sicura di non aver dimenticato niente?
- sicurissima, ho preso il dormeuse altro non serve, vado alla ricerca del sopore.
- portati una rivista ...?
- dovrei aprire gli occhi.
- uno scacciapensieri ...?
- non intendo pensare.
- mamma, che noia!
- dici?!
- beh, allora buona vacanza!
- grazie, ci si rivede ... uhm ... chi può dirlo?!
dormeuse è un sostantivo femminile invariabile che significa:
sorta di divano con basso schienale a una delle estremità; divano letto.
sopore è un sostantivo maschile che significa:
stato di abbandono fisico simile al sonno, ma in cui si verifica perdita solo parziale della coscienza.

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